"Volevo scardinare i canoni classici dello studio notarile, rendere contemporaneo lo spazio, accogliere persone, che irradiate da luce ed ormai raro spazio, non si sentissero oppresse. Donare, a chi lo usa per lavorare, il bello non invasivo, la pulizia formale che non riempie la mente, libera di elaborare altro… La matrice del progetto aveva come fine la percezione ottica dello spazio, più esteso possibile! Ho perseguito questo fine facendo in modo che nessun elemento d’arredo arrivasse a “toccare” il soffitto. La scatola di vetro lunga circa 13mt è come non fosse presente, lascia spazio ai contenitori monoliti in lamiera incisi con “lame di luce”, anch’essi fermati prima di toccare il soffitto. Colori chiari accostati ai grigi scuri delle strutture portanti e degli infissi. L’avvitamento dato dalla scala crea un’idea di vortice che porta al piano superiore... il medesimo pensiero! Il perimetro completamente grigio scuro “contiene” l’arredo bianco. Ai lati trovano spazio 90mt di contenitori non visibili, la continuità delle vetrate appare Mai spezzata, Mai interrotta, sebbene divisa da pannelli scorrevoli. Opere d’arte fuse con il tutto; l’arredo non appare mai come tale, ma piegato alla sola sua funzione di contenitore, o piano di lavoro..."

— Dario Pretto Interior Designer